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Visualizzazione dei post da agosto, 2012

Preghiera a Morfeo

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  Morfeo vieni, abbracciami. Fa in modo che le mie fantasie diventino realtà, fa in modo che mia realtà profumi delle mie fantasie. Aiutami a diventare come dovrei essere almeno lì in quel sogno ameno che spezza i vincoli dell’abitudine. Fammi camminare nella vasta distesa del sentimento dove tutto è concesso, lì dove è bandita la sofferenza, l’indifferenza.  Caro Morfeo fa sì che mi abbandoni a te, a te che porti il sonno e che avvolgi ogni cosa.  Arriva caro Sonno, lì dove non c’è luce dove non è possibile contare i battiti del cuore, dove non è possibile scaricare il proprio odio.  Dormi mio caro cuore, ormai giovane ma tanto stanco, ormai chiaro ma tanto scuro, ormai spensierato ma tanto preoccupato.  Non svegliarmi Morfeo, tienimi stretta a te, proteggimi, abbi cura di me.  Oh Morfeo non sai quante volte volevo scorgere il tuo volto, non sai quante volte ho pensato di possederti, di comandarti, non sai quante volte ho pensato di ucciderti concedendomi ad altri,

IL CALDERONE ALCHEMICO: NUOVA FRONTIERA DI SALUTE E BENESSERE

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Un gruppo di amiche che si sono conosciute su facebook partecipando ad altre pagine di cosmesi naturale, si sono raccolte in un gruppo segreto e lì hanno deciso, tra una chiacchiera e l'altra, di aprire una pagina facebook ( Il calderone alchemico ) oltre il blog ( Il calderone alchemico ). La pagina facebook che è arrivata a circa 1700 "mi piace" e il blog ormai a più di 400.000 visualizzazioni propone un nuovo modo di prendersi cura di se stessi. Le ragazze del calderone alchemico hanno iniziato specificando come la loro linea di pensiero sia propensa all' alchimia e non allo spignatto: infatti " Per comprendere l'alchimia, bisogna che si venga a considerare il fascino della conversione di una sostanza in un'altra, che appare, in una cultura senza alcuna conoscenza formale di fisica o chimica, come magia (...) E' troppo riduttivo orsù, definire "spignatti" ( o meglio dire "osservazioni empiriche"), questi esperimenti

Il dio sulla scena :

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Capelli biondi lunghi e ricci, guance rosee che non saranno mai pallide a causa dell’ebbrezza del vino. È nato, è stato ucciso ed è rinato, è tutto e niente. È cretese, tracio, lidio. Sua madre Semele , figlia di Cadmo re di Tebe, si concesse a Zeus, e convinta da Era, lo pregò di farsi vedere in tutto il suo splendore. Accadde l’inevitabile: Semele, non potendo sopportare l’immensa luce del divino, perse la vita. Il seme, il feto, quella scintilla divina, fu amorevolmente recuperato da Hermes che lo cucì con cura nella coscia di Zeus per evitare ulteriori ritorsioni di Era, intollerante ai tradimenti del suo sposo. Al tempo stabilito Dioniso venne alla luce e crebbe forse con l’aiuto delle ninfe. Forse fu mangiato dai Titani , forse diventò sposo di Arianna . I forse si mescolano in un unico tempo, in quel contenitore di fatti, i cui contorni non sono affatto nitidi. La leggenda di Dioniso è stata narrata da Euripide nella sua tragedia Le Baccanti , messe in scena per la prima

Lo scontro degli opposti

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Entra nel palazzo una guardia, è al cospetto di Penteo, trascina Dioniso con le mani avvinte. Racconta che la caccia è andata a buon   fine e che la belva è stata catturata. Sì proprio quella belva che si è dimostrata docile, quella che ha invitato con il sorriso le guardie a catturarlo . La guardia è confusa, sente lo strano bisogno di chiarire la sua posizione: ha catturato lo straniero non per un suo volere, ma solo per rispetto degli ordini a cui è costretto ad attenersi. D’altra parte le Menadi catturate precedentemente, miracolosamente sono state liberate e sono ormai sui monti a danzare e ad invocare il loro dio. Questa è l’opera dello straniero che appare a Penteo quasi diabolico.  Penteo lo osserva: ha un bel corpo secondo le donne, ha dei lunghi capelli ricci che sembrano traboccare di desiderio, ha la pelle bianca forse perché si muove nell’ombra, ha la bellezza come arma per andare a caccia di Afrodite. In un concitato dialogo fra Penteo e Dioniso, il dio non si riv