Il folle viaggio di Cosimo Raviello

Domenica 14 luglio presso l’Eco Bistrot, pub-ristorante situato in via Lungomare Colombo 23-25 (Pastena) Salerno, è stato presentato dall’autore Cosimo Raviello, il libro appena pubblicato Il folle viaggio di Tobia.

Come di consueto l’autore verrà stimolato dalle nostre domande.

   Chi è Cosimo Raviello? 

Un giovane nato nell'anno che dà il titolo a uno dei più famosi libri di George Orwell, che ha l'utopica ambizione di poter vivere un giorno dei suoi testi, in un paese in cui tutti scrivono e quasi nessuno legge.
  Il protagonista è Tobia: un inetto moderno?

Decisamente si. L'inettitudine di Tobia si può riscontrare in tutto ciò che fa. Nel suo rapporto con l'amore, con la vita, con le responsabilità e anche nel modo ossessivo col quale affronta  quesiti di cui ha ignorato l'esistenza fino a poco prima.

 A tuo avviso l’atteggiamento pseudo-filosofico del protagonista presuppone una predisposizione?

Se vogliamo parlare di predisposizione verso questo atteggiamento, suppongo, anzi spero, che chiunque (chi più chi meno) abbia tale predisposizione. Ma se una cosa è proprietà di tutti, in realtà non appartiene a nessuno. Di conseguenza la risposta alla tua domanda è: “NO”. Ribadisco però che la mia è solo una speranza.

Tobia usa diversi modi per rincorrere la sua ossessione: la lettura di Chris Miller (autore di fantasia). Quanto la sua ossessione lo determina?

Tantissimo, se non del tutto. Senza quell'ossessione non sarebbe mai giunto al termine del suo folle viaggio.

Il sottotitolo del romanzo è Ricorrendo pensieri nei labirinti della mente, che riassume bene lo scopo per cui è stato scritto. È possibile salvarsi dai labirinti della mente?

Uno dei modi per salvarsi e non entrarci. Poche sono le persone che possono addentrarsi, per poi uscirne senza perdersi. Solitamente ciò accade alle persone poco profonde. Per gli altri è difficile trovare un “filo di Arianna” che possa condurti all'uscita. Non a caso ho sempre considerato la mente la peggiore delle prigioni.

   Zeno Cosini e Vitangelo Moscarda si intravedono nella personalità di Tobia. Per uno scrittore quanto è difficile essere originale?

Come nella musica e in molte altre forme d'arte, più si va avanti negli anni più diventa difficile essere originali. Questo perché aumentando il numero delle opere, aumenta la possibilità che ciò che vuoi fare tu oggi, sia già stato pensato da altri in passato.
Nel caso specifico del protagonista del mio libro,  la sua figura è molto complicata. L'inettitudine del personaggio sveviano e alcune sfumature del caro Gengè (come ad esempio il sottile maschilismo), sono solo una minima percentuale dei moltissimi aspetti del carattere di Tobia, quindi in quanto a originalità penso di avere la coscienza a posto. Stesso discorso si può fare per quanto concerne il libro in generale. Non penso esista un'opera che tratti tutti questi temi esistenziali in un solo testo, per giunta in maniera  ironica. Nel caso mi sbagli, ditemelo subito che, proprio come Tobia, devo trovare un modo per impossessarmene.


 L’amore, l’amicizia sono alcuni degli argomenti su cui si interroga il protagonista, che ha una vita agiata da studente fuori sede mantenuto dai genitori. Supponiamo che Tobia invece sia uno studente fuori sede che deve pagarsi l’università, in che modo avrebbe rincorso i suoi pensieri?

Avrebbe sicuramente avuto meno tempo, perché molti dei quesiti nascono dal fatto che non ha altro di “meglio” a cui pensare. Quindi, calcolando il carattere del protagonista, si sarebbe fermato al primo libro, senza nemmeno terminare la lettura o forse non l'avrebbe proprio acquistato.

Come è nato il romanzo?

Come già detto in un'alta intervista, fin da piccolo ero solito appuntare i quesiti esistenziali che mi ponevo nel corso della mia vita e le soluzioni che provavo a darmi. Poi, in un momento di sana e (stra)ordinaria follia, ho deciso di farne un libro.

Chi dovrebbe leggere il tuo libro e perché?

Considerato che il libro ha due aspetti, esso è pensato principalmente per due tipi di persone: quelle che amano i testi introspettivi e si soffermano molto a porsi domande e quelli invece che han voglia semplicemente di farsi due risate. In queste due categorie rientrano la maggior parte delle persone.
E' un modo per dire che DOVREBBERO leggerlo tutti. Scherzo.



Mi dicono che …
"è più complicato essere semplici che essere semplicemente complicati"
Cosimo Raviello

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